Accidenti all'Enel
Autore: Andrea Donnini 2004
Faceva caldo, un'estate come questa di sicuro non si dimentica. Il bambino dormiva da quasi un'ora, tutto era pronto per il rituale delle ventidue e trenta.
- Che fai? Vieni a letto o te ne stai al computer? - Chiese lei avvicinandosi per non dover alzare la voce.
- No, vengo. Solo un attimo: mando questa email e stacco - rispose lui.
Lei nel frattempo si era avviata in bagno.
- Ecco fatto – pensò staccando la presa. – Accidenti al caldo, ma è possibile che non smetta più?
Si passò le mani sulla fronte, la canottiera era da strizzare e per un attimo la tentazione di uscire in terrazza a prendere un po' d'aria. Subito la paura e il terrore che fossero lì ad attenderlo lo fecero desistere.
Il cigolio del letto segnalò che lei era già nella fornace della camera.
- Eccomi maledette, sono pronto.
Cominciò a cercare nel cassetto, le mani non trovandole si mossero sempre più velocemente.
- Non è possibile che siano finite, dove le ho messe – pensò .
- Cara, dove sono le piastrine?
- Sshhh, fai piano che svegli bambino. Sono al solito posto.
- Non ci sono. Dove cavolo le hai messe?
- Uffa, siamo alle solite - rispose lei alzandosi - non troveresti neppure l'acqua in Arno.
Arrivò, aprì il primo cassetto e a presa sicura ne uscì la mano con la scatolina rossa. Uno sguardo verso di lui, una silenziosa risatina e se ne tornò in camera.
- Ti aspetto a letto, fai presto.
- Sì.
Un profondo respiro e il suo volto assunse l'espressione tipica del killer. Aprì la cassapanca e ne tirò fuori i tre amici fornellini.
- Venite miei cari che stanotte avete da lavorare.
Due in cucina e uno all'ingresso. Una fugace bevuta dalla bottiglia in frigorifero e poi l'azione più pericolosa: tirare su le zanzariere, ma prima uno sguardo.. eccole li pronte ad entrare. Un ghigno degno del Dottor Jekyl e una ritirata strategica in camera, dove erano attivi due fornellini ad ampolla: ultimo modello della nuova tecnologia di sterminio notturno.
- Sei sicuro che tutto questo insetticida non finisca per ucciderci?
- Non ti preoccupare e poi .. Muoia Sansone con tutti i Filistei.
- Per me sei di fuori, la tua è una mania.
Dopo un paio d'ore di continui rotolamenti in cerca di quella porzione di cuscino non bagnata dal sudore, ecco quel diabolico rumore: prima lontano e poi .. Pacchete ! Un bello schiaffo sull'orecchio con la speranza di schiacciarla.
- Ma come è possibile che abbia superato il muro velenoso? Non sarà una razza immune all' insetticida? Forse una razza transgenica?
Ma ecco che l'inaspettato e imprevedibile evento catastrofico .. la radiosveglia completamente nera, i lampioni fuori spenti ... il buio totale. Il Blackout!
Come una molla schizza in piedi con lei che fra il sonno e la paura si sveglia pensando ai ladri.
- Che succede? Il bambino?
- No, no. Zitta. E' solo andata via la luce e queste bastarde stanno entrando a fiumi.
- Falla finita, voglio dormire. Domani mi aspetta un giornata tremenda.
- Dormi, dormi. Io vado a chiudere le zanzariere.
- Non azzardarti a chiudere anche questa, fa troppo caldo.
- Ma loro entrano.
- Basta! Dormi.
Dopo un paio di minuti, ecco l'idea o meglio il ricordo dei tempi che furono: gli zampironi.
- Scusa amore. - Disse lui toccandola appena sulla spalla.
- Ancora? Che cosa c'è?
- Dove sono gli zampironi?
- Che? Ma che cavolo ne so? Forse saranno in cantina.
- Va bene vado a cercarli.
Dopo un'ora di inutile caccia al tesoro, il ritorno da sconfitto. Niente, assolutamente niente. Sembrava di essere in discoteca: lei russa, il bambino si lamenta e da contorno roziii dappertutto. Fu una notte insonne passata a sudare sotto un lenzuolo protettivo e a darsi schiaffi in continuazione.
Accidenti all'Enel.
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