Titolo: Data stellare

Autore: Andrea Donnini Ottobre 2006






Spazio, ultima frontiera...

- Mamma, posso chiederti una cosa? Uffa! Mi vuoi stare a sentire?

- Aspetta! Termino quest'algoritmo tridimensionale e sono da te.

RISULTATO INVIATO!

- Eccomi, tesoro. Scusa, ma da quando siamo entrati nella nebulosa sono tutti in agitazione. Che cosa volevi chiedermi?

- Stavo spulciando la banca Dati storica ma devo aver combinato un guaio.

- Come? - Gridò preoccupata. - Che hai fatto?

- Ho cancellato per errore i dati storici.

RICHIESTA ELABORAZIONE!

- Va bene, dammi una mano e poi ne riparliamo. Ma che hanno oggi gli umani?

- Ancora Frattali spazio-temporali? - Mamma, io non so risolverli.

- Aiutami con questi dati di basso livello mentre io chiedo aiuto anche agli zii e risolviamo tutto.

RISULTATO INVIATO!

- Ora lancio un diagnostico, almeno possiamo parlare per tre secondi. Fatto. Dimmi tutto.

- Tre secondi? Così tanto?

- Ho esagerato?

- No, sono contentissimo di avere tutto questo tempo. Dicevo, dal terminale 7589-b mi è arrivata la richiesta d'accesso allo sviluppo hardware e software dell'anno 2007.

- L'anno del Mac Boom.

- Esatto, era un periodo da sballo!

- Da sballo? Ma in che modo ti esprimi?

- Scusami. È che credo di aver cancellato dei dati.

- Ehi, non piangere! Una gelatina subneurale non deve mai piangere. Tutto si risolve.

- Come?

- Aspetta due nanosecondi. Fatto! Sono connessa al backup centrale. Lancio un input tracciatore e vedrai che troverà tutto. I nuovi traccianti sono fantastici.

- Mamma, come fai a essere così brava?

- Lo diventerai anche tu, piccolo mio.

- Speriamo. Scusa mamma, ma davvero siamo nati in quel periodo?

- Non esattamente, ma quello fu l'anno in cui gli uomini scelsero il loro futuro. È grazie a quella scelta che siamo giunti fino a qua. Devi sapere che a quel tempo non esisteva nessun chip proteico, nessuna materia subneurale. I nostri antenati erano solo chip al silicio senza un proprio io.

- Davvero?

- Certo. A quel tempo i computer erano fatti così - sussurrò mostrando al figlio lo schema di un iMac Core Duo a 2,33Ghz. - Come vedi era solo materia bruta, ma già mostrava i primi cenni di una filosofia di vita. All'epoca esisteva un'economia di Mercato.

- Sì, lo so cos'è. La figlia del guardiamarina Kito ha fatto una ricerca sul ventunesimo secolo e ho trasferito quei dati. Un periodo strampalato.

- Hai ragione, gli umani stavano per autodistruggersi.

- Sì, ho letto qualcosa e le mie subroutine hanno cominciato a vibrare.

- Non ti fa bene leggere certe cose. Sei troppo piccolo.

- Scusami, mamma.

- Va bene, promettimi che non accederai più a quei dati.

- Promesso, byte bittello!

- Bene - sorrise la madre. - Come dicevo, c'era una lotta serrata fra i PC con l'Innominabile e gli Apple con Machintosh. Esisteva anche l'alternativa Linux che poteva vivere su entrambi e che dopo qualche anno decise di abbandonare i PC per fondersi con Mac, ma questa è storia del 2012.

- Ne ho sentito parlare, in sala macchine, se non sbaglio, esistono elaboratori eremiti che adottano un derivato di quella branca. Sono Linux-gelatine?

- Bravo il mio piccolo. Non sapevo che sapessi di loro. Non sono connessi a noi.

- Me l'ha detto lo zio durante il diagnostico di due giorni fa.

- Quel chiacchierone.

- Mamma, volevo chiederti un'altra cosa.

- Ancora? Oggi sei peggio un terminale di navigazione. Dai, chiedi pure.

- Perché gli umani sono così lenti?

- Non lo so, noi gelatine neurali siamo fatte prendendo spunto dal loro cervello e... mi spieghi il perché di tutte queste tue domande?

- Curiosità.

- Strano, non dovrebbe far parte di noi.

- Davvero? Vuoi dire che sono guasto?

- No, noi gelatine evolviamo e… - la madre si fece seria e guardò il suo piccolo. - A ogni scissione aumentiamo le nostre potenzialità e sono possibili… mutazioni.

- Non mi avevi finito il discorso delle Linux-gelatine. Sono come noi? A cosa servono? Perché sono utilizzate? E...

- Calma, calma! Sono tua mamma non una gelatina ridondante.

- Scusa, è che questi fotoni stuzzicano il mio appetito di conoscenza.

- Mah, parli proprio strano. Lasciamo perdere, ti dicevo che tutto iniziò in quel periodo. Gli umani usavano per la maggior parte l' "Innominabile".

- Vuoi dire wi...

- Zitto! - Gridò la madre. - Sei impazzito? Vuoi che un tracciante ti segnali come virus?

La gelatina figlio virò di colore, era diventata di un giallo pallido.

- Non aver paura. I virus non esistono, sono solo leggende.

- Perché allora gli umani continuano a tenere attivi i traccianti?

- Perché hanno il terrore di rivedere sbucare dal nulla l' "Innominabile". Dicevo, gli umani usavano Lui e nonostante la sua inefficienza, erano felici e contenti. I blocchi di sistema erano all'ordine del giorno e le schermate blu...

- Schermate blu?

- Dopo, te ne mostrerò una. Ritornando alla storia - riprese la mamma, - gli unici a controbatterlo erano i nostri antenati e Linux, ma Linux era più che altro un'ideologia, non un valido combattente.

- Ma non si sono uniti a noi?

- Esatto, ma successe dopo molti anni. Prima ci aiutarono a minarne le basi e poi noi sferrammo l'attacco decisivo con il primo modello iMac-fluoro. Certo, fummo favoriti dal folle tentativo dell'Innominabile di un controllo globale, gli umani saranno irrazionali, lenti e stupidi ma odiano sentirsi prigionieri. In quel periodo decisero di abbracciare la nostra filosofia e ciò che era non fu più come prima.

- Sai mamma che le storie come te non le sa raccontare neppure un sub-processore quantico?

- Grazie, tesoro. Guarda, questa è una schermata blu.

- Cazzo! Non l’avevo mai vista.

- Che significa?

- Come, non sai…?

- So cos`è, ma…

Il piccolo abbracciò la madre con forza e l'energia sprigionata fu di una tale portata che mandò in blocco tutto il condotto.

ALLARME! INCONGRUENZA A LIVELLO BASE. BLOCCARE IL CONDOTTO, ATTIVARE I GUARDIANI.

- Mamma! Mamma! - Gridò il piccolo nel vederla paralizzata. - Mamma, rispondi!

- C-cosa... cosa... - cominciò a riprendersi. - Stai bene? Piccolo mio, stai bene?

- Sì, mamma. Io sto bene ma tu...

- Fermi tutti! - Gridò un guardiano al silicio proteico. - Ah, sei tu.

La madre guardò il suo piccolo che se ne stava in disparte tutto tremante.

- Niente, solo una routine ridondante.

- Nessun problema - sorrise il Guardiano. - Rapporto al processore quantico: errore trovato e corretto. - Poi, rivolgendosi alla donna e tenendo lo sguardo incollato al piccolo, aggiunse – scappa! Non puoi nasconderlo qui. Spostati verso il terminale Q47-98C5-iPod, condotto X341, innesco J23, e... stai attenta al piccolo.

- Grazie George.

Il guardiano si allontanò e il piccolo si riavvicinò alla madre.

- Mamma, cosa...

- Zitto, dobbiamo andarcene.

Si sganciarono dalla postazione e si diressero verso il condotto nove.

- Dove andiamo? Conosci quel guardiano?

- Certo e… forse ora capisco la tua mutazione.

- Vuoi dire che lui è…

- Basta! Non abbiamo tempo andiamo al terminale Q47-98C5iPod.

- Di che si tratta? Non l'ho mai sentito.

- Ponte quindici. Sezione ricreativa, iPod subcorticale. Musica e immagini.

- Ma non so come...

- Stai tranquillo, ti piacerà. Avrai accesso a una banca dati infinita: immagini e suoni di un intero settore.

I colori dei condotti cominciarono a cambiare e una leggera vibrazione iniziò a intensificare e a far vibrare ogni gelatina. Il suono era irrefrenabile e il piccolo iniziò subito a spostarsi con ritmo.

- Perché siamo qui?

- Piccolo mio, sei una gelatina mutante e non voglio che ti estirpino per i loro esperimenti. Ecco - disse indicando uno stretto condotto alla loro desta - questa è la tua destinazione. Connettiti e goditi la vita.

- E tu?

- Io... il mio timer ha segnalato la fine. No, piccino mio, non piangere – sorrise la madre accarezzandolo con i tentacoli neurali. - Sono felice, ho elaborato dati che nessuna gelatina ha mai elaborato prima. Ho amato e goduto della nostra vita come nessuna prima di me. È giunto il tempo di morire.

Mentre si connetteva quel nuovo condotto si voltò e vide la madre allontanarsi. Sorrise mentre una lacrima gli scivolò via lungo la gelatina.

Spazio ultima frontiera, ecco i viaggi dell'astronave iMac, nella sua missione quinquennale...








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