Parole assassine


Autore : Andrea Donnini

Dicembre 2003



Una polverosa soffitta, un libro chiuso al centro della stanza.

Giulio lo vide e, spinto da un impulso irrefrenabile, lo prese con se: la zia Marangana era morta misteriosamente e nessuno si sarebbe certo accorto della mancanza del libro. Il pomeriggio stesso lo portò dal libraio, un vecchio amico di famiglia. L'uomo accettò volentieri il regalo e lo ripose nello scaffale delle ultime novità.

Pochi minuti e un giovane studente entra in libreria, lo vede e si innamora di lui, del suo essere libro.


Quante volte ho assistito a questa scena!

Torna a casa, si siede sul tappeto, spenge tutte le luci e accende una candela. Non sa il motivo del suo agire, non riesce a porsi domande. Sente le vene vibrare, brama dalla voglia di aprirlo, un sospiro e mi apre.

- Finalmente! Ciao Carlo, sono io, il libro. No, non è uno strano inizio, sto parlando con te che mi stai leggendo e che stai regalando la vita a queste macchie d'inchiostro. No, inutile provare a leggere oltre, il dopo è solo righe e righe di confuse lettere senza senso: macchie nere su un foglio bianco.


Istintivamente lo prova a chiudere ma le mani si bloccano.

- Ecco fatto, ora sei mio. Hai avuto la tua occasione.


- Che cosa significa? I miei pensieri che diventano parole?

- Niente e nessuno potranno portarti via da me. Io sono tutto e nessuno; sono l'essenza e il nulla; il bene e il male. Non provare a capire, devi solo ascoltare le parole. Ti è stato fatto un grande regalo: leggere i propri pensieri come un libro aperto.

- Ma come è possibile?

- Basta pensare. Leggi! Non ti voltare, non guardarti dietro le spalle. Senti il brivido freddo del mio abbraccio. Posso regalarti ciò che ogni uomo desidera: leggere la propria anima.

- La mia anima?

- Io posso vedere dentro di te, sono te, sono la tua anima, sono il tuo giudice. Ma ora basta, cominciamo. Ti faccio la domanda che tutti dovrebbero farsi.

- Chiedi pure libro pazzo.

- Chi è il pazzo io che chiedo o tu che rispondi a un libro? Ecco il mio quesito: sei felice?

- Ma se sei me, se sei la mia anima, non dovresti chiederlo.

- Non fuorviare, rispondi!

- Sì, sono felice.

- Ne sei sicuro? No, non sei felice. La tua vita è piena di sbagli e rimpianti.

- La vita è fatta di sbagli, sbagliando s'impara.

- Stronzate. Frasi inutili, raccontate ai bambini. La vita è breve e tu hai gettato al vento tanta gioia , tanto piacere. La tua vita è un inutile trascorrere del tempo. Non sei altro che una reazione chimica in un involucro di materia. Quando morirai nessuno si ricorderà di te, non sarai altro che un soffio inutile di vita.

- Sono felice! Ho una casa, un lavoro, tanti amici.

- Una casa? Cosa significa avere una casa? Hai solo un luogo dove deporre il tuo inutile corpo per non parlare del tuo lavoro. Niente del tuo lavoro verrà ricordato, nessuna tua impronta nella civiltà. Poi gli amici: persone che trascinano il loro inutile progredire accanto a te, esseri insignificanti. Sara ti ha mollato e quanti di loro si sono fatti avanti per aiutarti? Che mi dici poi dello studio? Hai tenuto nascosto i tuoi fallimenti a tutti. Cosa penseranno i tuoi genitori quando sapranno? Sara ti ha lasciato anche per quello, sei un falso, un fallito. Se ritieni non vere le mie parole dimmi qualcosa che le contraddica.

- Io sono felice perché, perché. Insomma tanti stanno peggio di me.

- Ecco! Dal ridicolo al patetico. Pensa al tuo passato, a quanto di grande potevi fare, a quanto bene potevi regalare al tuo prossimo.

- Sì, potessi tornare indietro farei scelte diverse.

- Esatto, ma non puoi continuare a guardarti dietro. Devi agire e subito.

- Sì, hai ragione. La mia vita de-deve cambiare e subito.

- Bravo. Ora pensa, cosa puoi fare per cambiare? Come puoi agire per fare in modo che qualcuno in futuro si ricordi di te?

- Non so, è difficile da dire.

- Sai perché?

- Dimmi.

- Hai già giocato le tue carte e hai perso. Non hai nessun'altra possibilità che il gesto estremo. L'estremo sacrificio, gli antichi sapevano bene come fare. Ora segui la mia mente, chiudi gli occhi, alzati e lasciati prendere dal mio soffio, ti farò da guida nel tuo viaggio. Cancella i tuoi pensieri. Riesci a sentirmi? Riesci a percepire il la mia anima dentro la tua?

- Sì.

- Bene, andiamo.

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