Favola
Autore: Andrea Donnini
Un regalo per Cosimo.
Era una fredda notte d'inverno, sul tetto della casa del nonno una vecchia e stanca Befana stava consegnando l'ultimo regalo. Sapeva che la mattina sarebbe arrivato il piccolo Cosimo e il nonno non era riuscito a scendere in paese per comprargli un regalo: la neve era caduta per tutto il giorno. La Befana camminava silenziosa, le scarpe, purtroppo, erano molto vecchie e consumate, ad un tratto una si ruppe e lei, poveretta, rotolò sul tetto fino al caminetto e...
Patapunfete!
Cascò dentro con il sacco dei regali e l'antica amica scopa. Il nonno, svegliato dai rumori, si precipitò in cucina brandendo il polveroso fucile da caccia. Con grande sorpresa trovò la Befana seduta per terra con la scopa rotta.
- Mi dispiace averti svegliato - disse lei strusciandosi il sedere per il dolore, - so che domani viene Cosimo e ho pensato di portarti un bel regalo ma, purtroppo, come vedi, la splendida automobilina blu si è rotta.
Il vecchi le si avvicinò e aiutandola ad alzarsi le disse: - Cara dolce Befana, non dispiacerti.
- Se vuoi - proseguì lei - mi è rimasto un vecchio libro di favole. Ma credo che i bambini di oggi non amino più le favole.
- Ti sbagli, Cosimo adora i libri, specialmente quelli che raccontano vecchie storie di Streghe e draghi. Sono sicuro che sarà felicissimo del dono.
- Sono contenta - disse lei porgendogli il libro, poi guardando la scopa. - Ohibò, ho rotto il mio mezzo di trasporto.
- Se vuoi domani posso riparartelo, in cantina ho un pezzo di legno d'abete che credo faccia al caso tuo.
- Grazie, sei proprio gentile - disse lei porgendogli i due pezzi.
- Vuoi rimanere a dormire qui? - le chiese il nonno.
- Non posso - rispose sorridente.
Ecco che, all'improvviso, un rumore giunse dall'esterno, alla Befana le si illuminò il volto.
- È venuto a prendermi.
- Chi? - chiese il nonno.
- Un amico. Vai pure a letto, sono in buone mani. Devi riposarti, tuo nipote domani vorrà giocare con te e hai bisogno di tutte le tue energie. Se non sbaglio il piccolo è un frugolino niente male.
- Sì, hai ragione. Credo che sarà una giornata piena di gioia e felicità.
- Ciao nonno, ci rivedremo presto.
- Ciao Befana, ma la scopa?
- Non preoccuparti, quando l'avrai riparata mettila fuori. Non appena giungerà la notte lei volerà via, conosce bene la strada di casa.
La Befana usci e guardò in alto. Il suono era inconfondibile.
- Ciao Befana. Che cosa ti è successo?
- Ciao Babbo Natale, sono caduta nel caminetto e mi sono fatta male al sedere. La mia scopa si è rotta ma ho trovato un uomo gentile che la riparerà. Ora avrei bisogno di un passaggio.
- Non preoccuparti ti porto io a casa - rispose con un grande sorriso Babbo Natale.
Arrestò la slitta davanti alla Befana. Era trainata dalle baldanzose renne, era un'antica slitta fatta con il legno magico della foresta dorata. Era tutta colorata di rosso, con dei fantastici disegni di fiori dei colori dell'arcobaleno. Dietro la slitta, due campanelle di cristallo tintinnavano e spargevano nel cielo la polvere magica della felicità.
Babbo Natale prese tra le braccia la vecchia Befana e la mise comoda proteggendola con una soffice coperta dorata. Lei sorrise e ringraziò, lui si mise alla guida; le renne scalpitavano per la voglia di volare. Partirono lasciando dietro di loro una scia magica, attraversarono le montagne, il grande lago salato fino a giungere in una terra lontana lontana.
Un secolare bosco di abeti era davanti a loro e nel mezzo un prato pieno di fiori colorati. Al centro del prato una piccola casa circondata da un giardino con tanti giochi per bambini.
- Befana, siamo arrivati - disse Babbo Natale.
Lei sorrise. La casa della Befana era molto particolare: i muri cambiavano colore continuamente, il tetto rosso a chiazze gialle e le finestre blu cobalto.
Babbo Natale prese in collo la Befana e la portò dentro, salì le scale e la mise a letto.
- Come stai? - le chiese.
- Molto meglio, grazie. Sono un po' stanchina.
- Ti preparo qualcosa di caldo?
- Sì grazie.
Babbo Natale prese la soffice coperta di lana verde e la mise sulle gambe della Befana, accese il fuoco e poi scese in cucina. Preparò il suo miglior latte e miele: il latte proveniva dai folletti irlandesi; il miele era fatto dalle api allevate dagli gnomi della foresta nera.
Prese la tazza e la portò alla Befana, lei sorseggiò sorridente e si addormentò di un sonno profondo sognando i gioiosi sguardi di tutti i bambini che aveva reso felice con i suoi doni, e in particolare il piccolo Cosimo: intento a leggere il libro di favole.
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