Titolo: Sir Mac e l'omicidio del secondo scaffale
Autore: Andrea Donnini
Novembre 2006
- No!
Il grido tagliò via il silenzio del magazzino. Ci svegliammo tutti di soprassalto, qualche minuto di spie luminose e ventole che iniziarono a girare e tutto fu chiaro. Sembrò impossibile, ma era successo, un vero omicidio di massa: i mouse ottici giacevano accecati sul secondo scaffale.
L'addetto alla video sorveglianza fu il primo a parlare e a confermare che l'assassino era fra noi.
- Il Consiglio! Convochiamo il Consiglio! - gridarono alle mie spalle.
Si riunirono in pochi istanti e le indagini furono assegnate a Brandello. Sì, proprio lui. Quel trasandato PC, figlio di chi sa quale processore. Un vero esempio di nefandezze informatiche.
Protestammo con forza, sapevamo bene dove sarebbe andato a cercare il colpevole. Cosa potevamo fare noi Mac al confronto di quella plebaglia? I PC erano molti più di noi. E poi io ero solo un Mac mini, processore Intel Core Duo a 1,66 Ghz, elegante e preciso ma con poca considerazione da parte di tutti.
Brandello si mosse come un elefante in una cristalleria e iniziò a sondare la Rete interna, non vi dico che protocolli usasse. Roba da rabbrividire, sentimmo il puzzo di Spyware, Virus e Trojan lontano un miglio. Mi stupì solo come potesse tirare avanti. Era un vero... difficile trovare un termine, ma per voi umani sarebbe un... un alcolizzato.
- Ss-so già chi può essere l'assassino - ghignò alla comunità. - Vero, mm-mio caro MacBook?
- Dici a me?
Brandello sorrise mentre il lettore CD continuava ad aprirsi e chiudersi in continuazione.
- Certo e scu-scusa. Sei sta-stato tu oppure no a riprendere lo scaffale dei mouse?
- Certo, il proprietario sta facendo dei filmati del magazzino, a chi doveva affidarlo il compito? A un PC sgangherato come te?
- Chi cre-cred-di… - Brandello diventò blu con su scritto: "IO SYSTEM VERIFICATION ERROR in inibtmgr.sys ".
Il reparto Mac scoppiò in un grosso applauso. I PC protestarono e gridarono al complotto. Le connessioni di rete furono dei veri campi di battaglia. Alla fine, la saggezza e neutralità delle stampanti ci fece decidere di rivolgersi all'Oracolo.
- Cosa voi chiedere a me? Perché rivolgere a me tali domande? - l'Oracolo era un vecchio PowerMac, undici anni d'irreprensibile servizio. Era difficile comprendere quei protocolli di Rete antiquati.
- Abbiamo bisogno del vostro aiuto - esordì il capo del Consiglio.
- Problema vostro a me chiaro è. Azione riprovevole, necessario trovare il colpevole è. Indagini affidare dovrete a mio futuro sostituto.
- Chi sarebbe costui?
- Sir Mac, mio allievo e successore.
La notizia provocò un certo imbarazzo nella comunità dei PC, speravano in un futuro Oracolo della loro razza. Tanto era il rispetto che ognuno chinò la RAM in segno di assenso.
- Sir Mac! - Gridò l'Oracolo. - Fatti avanti mio giovane allievo.
- Grazie, mio signore. - Alle sue parole fu silenzio: una comunicazione di Rete pulita e fluida, nessun byte perso. Era un MacBook Pro a 2,33 Ghz, vestiva di grigio chiaro, linea pulita e brillante. Mi voltai e vidi decine di stampanti fargli occhi da cerbiatta. Erano tutte innamorate di lui, avrebbero dato decine di cartucce per connettersi al suo spinotto. Invidioso? Sì, a essere sinceri lo ero. Non è bello per un Mac, lo so, ma vedere tutte quelle affascinanti stampanti innamorate di lui... insomma mi capite, mi faceva girare le ventole.
Sir Mac non attese un secondo. Lanciò un programma di analisi della rete, niente a che vedere con la spazzatura di Brandello.
Diventammo tutti spettatori e attori di quell'indagine. Ogni dato veniva archiviato sull'hard disk di Sir Mac e una copia salvata su un DVD Dual Layer. Sì, era proprio uno precisino.
- Ci sono stati quattro log notturni - comunicò Sir Mac alla Comunità. - È logico supporre che il colpevole si trovi fra loro.
Sembrò una cosa banale ma a nessuno era venuto in mente di guardare ai log di sistema, rimanemmo tutti in silenzio.
- Devo chiederti - disse rivolto a un AMD 64bit - il motivo per cui ti sei acceso questa notte.
- Io? Ma...
- Devo mostrare i log a tutti? - Sorrise sotto lo schermo Sir Mac.
Al PC AMD arrossirono tutte le spie luminose. - È che... insomma ho fatto visita a un'amica e...
- Ho capito, non aggiungere altro. Ho visto di chi parli.
Tutti rivolgemmo lo sguardo alla iPod U2 sullo scaffale all'ingresso. Un bisbiglio invase la rete: qualcuno era sorpreso e altri indignati o peggio scandalizzati. I soliti razzisti, che male c'è se un PC se la fa con una iPod? L'amore, si sa, non guarda in faccia a Sistemi Operativi o architetture hardware.
- Bene - aggiunse Sir Mac. - Possiamo forse escludere due indiziati. Dico forse. Ora veniamo a noi.
L'attenzione si concentrò sulla vetrinetta d'angolo. C’era esposto un simpatico notebook Intel Core 2 Duo molto riservato. Uno dei pochi PC con una memoria aperta, nessun pregiudizio nei nostri confronti. Ricordo di averci giocato a Backgamon più di una volta.
- Cosa... be', sì mi sono connesso questa notte ma era solo perché avevo un programma in background che doveva finire il proprio ciclo.
- Semplice e non verificabile. - Il tono di voce di Sir Mac era serio, analizzò il notebook con attenzione. - Purtroppo il tuo alibi non può essere verificato.
- Posso mostrarle i file testo con i risultati, può vedere l'ora in cui...
- Dai, non sono ingenuo, sono un Mac. So benissimo che quei dati possono essere falsificati con facilità. Non hai niente da aggiungere?
Per un attimo una tastiera wireless provò a parlare ma chiuse subito la connessione. Quel piccolo input non sfuggì a Sir Mac e neppure a me.
- Non rimane che lei. - Si rivolse al PC arrivato la sera precedente.
- De' o i che la vole? - Per un attimo rimanemmo sorpresi, avevamo dimenticato che veniva dal centro di raccolta di Livorno.
- Vorrei sapere il motivo della sua accensione notturna.
- Bellino lui. Senti un po', testa a brucola, saranno o no protocollazzi miei?
A Sir Mac vibrarono le prese USB, sembrò sul punto di rispondere per le rime ma riprese subito il controllo e aggiunse con tono pacato: - Devo farle presente che sono il titolare di questa...
- Budello di processore bahato! - inveì il PC. - De', che credi che mi diverta a svegliammi la notte?
- Risponda alla domanda.
- Ma porca ramme! E soffro d'insonnia. So anni che mi parte i rebutte di notte.
Dovemmo chiudere gli sportellini dei CD per soffocare le risate. Era proprio un tipo stravagante. Sir Mac rimase impassibile ma sono certo che avrebbe voluto ridere anche lui.
- O' chi va' avete da ridere voiattri! - Il PC livornese continuò a borbottare ma oramai l'attenzione di tutti era concentrata sul notebook.
- Chiedo la parola! - gridò la tastiera wireless di prima.
- Silenzio! - Gridò Sir Mac rivolto a tutti.
Rimanemmo tutti con gli sportellini aperti: alle tastiere non è concesso parlare quando non sono connesse, lo dicono tutti i manuali.
- Parla pure mia cara.
- Patrizio...
- Patrizio?
- Sì, il notebook. Io e lui...
- Basta, ho capito. Ora elaborerò e vi farò sapere.
Erano le 6: 30 quando l'Oracolo ci chiamò a raccolta. Fu data subito la parola a Sir Mac.
- È ben chiaro a tutti chi sia il colpevole - esordì con voce ferma. Vedendo un senso di disagio in tutti, scosse lo schermo e proseguì: - Il notebook ha compiuto il fatto e lo invito ad ammettere le proprie colpe.
- Sì, sono stato io - ammise con un filo di voce.
La tastiera al suo fianco iniziò a piangere, le lacrime le scorrevano fra i tasti.
- A morte! - gridarono dagli scaffali. - Toglietegli il processore! Bruciategli la RAM!
- Calma! - intervenne l'Oracolo. - Credere che Sir Mac aggiungere qualcosa vuole.
- Grazie, mio signore. Il colpevole è lui ma un sentimento puro ha mosso il suo agire. Parlo dell'amore. Non è vero? - Sorrise verso il notebook e la tastiera. - I mouse molestavano le tastiere da settimane e quando hanno allungato i loro tasti... be', mi capite. Notebook ha perso i protocolli di sicurezza. Chiedo quindi il minimo della pena, se di pena si può parlare. Mio signore, sono a chiedere la cancellazione del reato in quanto perpetuato a fronte di un reato più grande.
L'oracolo sorrise: - Così sia.
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