Titolo: Sogno o son desto?
Autore: Andrea Donnini
scritto nel 2005
È buio, ho caldo e sono sudato. Mi sto rigirando come un coccodrillo in trappola. Guardo la sveglia: le quattro? Lei dorme accanto a me.
- Cazzo come dorme! Sarà mai possibile che non riesca a fare una notte intera?
Sento i battiti del cuore rimbalzarmi in testa, sorrido: era un bel sogno. Purtroppo solo un sogno. È sempre così, quell'affascinante mondo mi avvolge, fa battere il mio cuore, fa gridare di gioia la mia anima e poi mi abbandona in un istante. Sembra impossibile ma sono talmente reali da superare il reale stesso. Due realtà contrapposte, due universi mai in contatto.
Bello! Penserete voi.
Sì, certo. Basta che siano sogni tranquilli, quelli brutti... ve lo lascio immaginare, sono incubi con la "i", altro che film dell'orrore. L' Esorcista, al confronto, sembra un cartone Disney.
Questa notte credo di aver superato il limite. Cosa ho sognato?
Lettore curioso... Va bene, lo racconterò, perché ricordarlo mi rende felice e sento le mie labbra contorcersi già in un sorriso.
Sento degli spruzzi sulla pelle, tengo tra le mani un timone. Una barca, il mare azzurro e in lontananza un'isola. Mi guardo attorno e respiro profondamente, sento la salsedine aromatizzare il mio olfatto. Indosso pantaloncini, ciabatte e canottiera, proprio come piace a me. Sì, sono contento e sorrido. Punto dritto verso l'ingresso della laguna. La barca non è grande e neppure lussuosa: assomiglia a un pescareggio. Il motore è potente, accelero e mi sento spingere all'indietro. Cavolo!
Osservo le onde infrangersi sulla barriera corallina. Pochi secondi e riesco a entrare con facilità nella laguna. Ma se non ho mai guidato una barca, come ho fatto?
Ora non devo pensare al mio mondo ma a questo, e a godermi questi istanti di felicità.
Una spiaggia bianca, palme e tanta dolcezza nell'aria. Sembra di essere immersi in una cartolina.
Ormeggio la barca e decido di farmi una camminata lungo la spiaggia. Il richiamo è irresistibile, mi guardo intorno: sono solo, è un sogno... chi se ne frega!
Mi spoglio e mi tuffo in acqua. La sensazione è piacevole. Saltello come un gambero ubriaco, e comincio a nuotare per qualche metro. Sto per tornare a riva quando sento ridere alle mie spalle.
Una donna? Cazzo, i vestiti!
- Ehi! Mi scusi - chiedo imbarazzato - potrebbe lanciarmi i pantaloncini?
Lei ride, è vestita di nero, molto elegante. Sembra debba andare a teatro.
- Allora? Me li da i pantaloncini?
- Sono qui, prenditeli da solo - mi risponde mettendosi a sedere proprio accanto ai vestiti. - Devo finire di leggermi il libro.
Urto qualcosa con i piedi, è una grossa conchiglia. La prendo e la metto a copertura. Lei mi guarda come se sapesse quello che può accadere. Esco dall'acqua e... un dolore allucinante: l'inquilino della conchiglia non gradisce di essere portato in spiaggia e mi morde proprio lì.
Mi contorco e per poco non mi sveglio, anzi per un attimo la sento russare vicino a me ma è tanto il desiderio che mi ritrovo pieno di sabbia e con la difficoltà a riprendere un respiro regolare.
- Ti ha fatto molto male? - Ride alzandosi in piedi.
Che bel sorriso e che voce dolce. Il dolore è svanito, sono coperto di sabbia come una fettina impanata.
- Pensi di rimanere disteso per tutto il sogno? - Mi chiede sorridente. - Dai che abbiamo un appuntamento, la carrozza non aspetta.
- Carrozza? Ehi, ma tu sai che è un sogno? - Le chiedo afferrando i pantaloncini.
- Certo, mi piace il mio sogno.
- Tuo? Ti stai sbagliando, questo è il mio di sogni.
- Sì, sì certo. Dai vestiti e andiamo - mi dice ricominciando a ridere.
Cavolo, ma questa non fa altro che ridere?
Mi tolgo alla meglio la sabbia, lei mi prende sottobraccio e ci incamminiamo verso l'interno. Oltre le mangrovie, su una strada sterrata, vedo una carrozza rossa con quattro cavalli neri e un cocchiere vestito di rosso con casco integrale e guanti. Ci avviciniamo e lei si stringe a me.
- Tu chi sei? - Le chiedo.
- Fa qualche differenze saperlo? - Mi risponde togliendomi dei granelli di sabbia dal volto.
Per un attimo sento il contatto con le sue dita, provo una leggero formicolio: un'armoniosa scarica elettrica che mi regala pace e tenerezza.
- No, nessun problema. Io mi chiamo Sandro e tu?
Ride, e dice al cocchiere di partire. Non sono mai stato in una carrozza ma questa, mi sembra che vada troppo veloce.
- Sei carino, mi piaci - mi dice a bruciapelo.
Va bene che è un sogno ma così è troppo. Questa volta sono io a sorridere.
- Grazie! - Eccomi, imbranato come nella realtà: le ho dato una risposta del cazzo. Non mi ha dato una caramella, mi ha detto che sono carino! Devo dirle qualcosa di meglio. - Anche tu sei carina.
Sono senza speranza. Superiamo un'altra carrozza nera e argento.
- Mi chiamo Siria - sussurra lei.
- Come mia nonna! - mi viene spontaneo.
O sono scemo o la sabbia mi ha invaso il cervello. Mi comincia a tremare una gamba, lei se ne accorge e sorride.
La carrozza frena e si butta sulla destra, imbocchiamo un viottolo sterrato. Vedo una capanna e ci fermiamo in modo brusco. Siria non si scompone e continua a leggere il libro mentre la carrozza si solleva da terra. Mi affaccio, siamo circondati da un gruppo di meccanici in tuta rossa, li riconosco sono quelli della Ferrari.
Uno tiene la paletta ferma davanti ai cavalli, altri ci stanno cambiando le ruote mente il più alto di tutti sta rimpinzando di biada i cavalli.
- Vieni dentro, ripartiamo subito - mi dice prendendomi per mano. - Dimmi qualcosa di te, chi sei cosa fai.
Le comincio a raccontare della mia vita, parlo come un fiume in piena, senza nessun timore. È la prima volta che mi succede, le apro il mio cuore. Dico cose che non avevo neppure il coraggio di confessare a me stesso. Nel frattempo siamo ripartiti e sbatto la testa contro il legno.
- Ohi!
- Vieni qui - sussurra prendendomi la testa tra le mani. Mi da un bacio sulla zucca pelata. - Passato?
- Non del tutto. Forse con un altro bacio.
Non faccio a tempo a terminare la frase che lei mi bacia ma questa volta sulla bocca. Io rimango come un... non saprei dire come, ma dovevo avere una faccia buffa perché Siria ha ricominciato a ridere.
- Perché mi hai baciato? - le chiedo cercando di cancellare il rossore dal volto.
- Ti è dispiaciuto? - Mi chiede fingendosi offesa.
- No, anzi. È stato bello.
- L'ho fatto perché volevo farlo - mi sorride. - Questo è un sogno e voglio fare quello che non farei mai nella realtà.
- Perché non lo faresti mai?
Siria chiude il libro, si siede accanto a me e, avvicinandosi all'orecchio mi sussurra - Sono timida e sono sposata.
Quelle parole mi fanno ricordare Carla che sta dormendo alla mia destra.
- Anch'io sono sposato.
La carrozza si ferma, guardo fuori e rimango folgorato da quella vista.
- Dai scendiamo.
Seguo Siria, davanti a noi un castello circondato da qualcosa che non comprendo. Sono strane piante che non ho mai visto.
- Come faccio a sognare qualcosa che non ho mai visto? - Mi chiedo ad alta voce.
- Quello fa parte del mio sogno - ride Siria tenendomi per mano. - Ancora non hai capito che cos'è successo?
- No, ma non me ne frega niente.
Sono felice, sento un'insolita energia invadere il mio cuore. Saliamo la scalinata, per un attimo mi fermo: all'ingresso due guardie con spade laser. Sembrano, anzi sono uguali a Darth Vader di Guerre stellari. Entro cercando di non impaurirmi, attraversiamo una tenda incorporea e ci ritroviamo su una spiaggia.
- Cosa?
- Dai Sandro andiamo a fare il bagno - dice Laura saltellando come una gazzella. - Mi piace il tuo Eden!
- Il mio che?
- Il tuo Eden. Al castello c'è il ballo dei "Sogni nei sogni". Abbiamo attraversato la tenda magica e siamo stati proiettati nei nostri Eden. Ero sicura che il tuo fosse identico al mio.
Sul momento non ci capisco niente, ma perché farsi troppe domande? Mi guardo attorno e comprendo: quello è il posto dove vorrei vivere per sempre.
Mi volto e lei si è spogliata. Ora si che sono imbarazzato.
- Che fai, ti sei incantato? Mai vista una donna nuda?
- Io, io... sì ce-certo - comincio a balbettare.
- Allora spogliati e vieni a fare il bagno.
Non me lo faccio ripetere, in un attimo mi tuffo ma non riesco a raggiungerla. Sembra fondersi con l'acqua stessa e muoversi come il vento. Chiudo gli occhi e mi sento acqua, sento il mio corpo sciogliersi. Sì, ora riesco a sentirla, è intorno a me e mi sorride. Siamo due onde che si sfiorano per poi unirsi in una schiuma d'amore. Sento la sua pelle sulla mia, i nostri corpi che hanno ripreso la propria forma. Un bacio infinito. Siamo distesi sulla riva, i suoi occhi mi sorridono amore, accarezzo un cuscino. Un cuscino?
Eccomi qui, sveglio e felice.
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